Il sistema di scarico in polipropilene PP
I tubi ed i raccordi in polipropilene autoestinguente sono prodotti in polipropilene omopolimero di colore grigio (RAL 7037) e stabilizzato all’esposizione dei raggi UV. Essi si presentano lisci, lucidi e privi di irregolarità tali che ne possano compromettere l’aspetto funzionale.
Rispondono ai requisiti della norma UNI EN 1451 e possono essere utilizzati all’interno dei fabbricati adibiti ad uso civile ed industriale ed in particolare per gli scopi seguenti:
tubazioni di scarico per il deflusso delle acque di scarico domestiche (bassa ed altra temperatura);
tubazioni di ventilazione collegate agli scarichi;
scarichi di acque piovane all’interno della struttura del fabbricato.
Le caratteristiche:
- Stabilità dimensionale ed assoluta garanzia di tenuta delle giunzioni grazie alla guarnizione in elastomero a doppio labbro con anello di ritegno.
- Buona resistenza agli urti ed ottima resistenza alle acque calde scaricate da lavatrici e lavastoviglie (fino a 95°C in continuo).
- Ottima compatibilità con la maggior parte delle sostanze chimiche normalmente presenti nelle acque di scarico, inattaccabilità da parte dei microrganismi.
- Grazie alle superfici interne estremamente lisce le perdite di carico sono minime; esse garantiscono inoltre assenza di depositi o insediamenti di flore batteriche.
- Assenza di problematiche conseguenti a correnti vaganti.
- Estrema leggerezza dei pezzi speciali e dei tubi, dovuta al basso peso specifico e alle caratteristiche geometriche.
- Nessuna necessità di apparecchiature od utensili particolari
- Grande velocità ed estrema facilità di posa in opera, operazioni di trasporto e magazzinaggio agevolate dai ridotti ingombri e dalla leggerezza dei manufatti.
- Disponibilità di una vasta gamma di pezzi speciali, tutti ad innesto che consentono la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto.
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Il polipropilene è una delle materie plastiche più recenti e viene ottenuto per polimerizzazione del propilene. Fu ottenuto nel 1950 da Fontana il quale, operando in presenza di particolari catalizzatori (Friedel – Crafts) ne sintetizzò un tipo caratterizzato da una struttura disordinata con elevato peso molecolare. Particolarmente rilevante ai fini industriali è stata la sintesi del polipropilene isotattico – ottenuto da Giulio Natta nel 1954 – che presenta la particolarità di avere i radicali metilici orientati sullo stesso lato della catena. La Montedison lo produce industrialmente nel 1957 col marchio “MOPLEN”. In seguito verrà prodotto anche da diverse Società Europee, Americane e Giapponesi sotto varie denominazioni commerciali
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Il polipropilene è uno dei molteplici derivati del propilene (CH3 – CH = CH2). In funzione delle condizioni di polimerizzazione e del tipo di catalizzatore impiegato, i polimeri possono presentare una conformazione stereoregolare così denominata perché le unità monomeriche presentano una configurazione nota, come pure è nota la loro legge di successione. Di fatto sono noti diversi tipi di propilene con proprietà ed applicazioni estremamente differenziate derivanti dalla diversa struttura che le macromolecole presentano; le loro proprietà sono poi influenzate, oltre che dal peso molecolare, anche dalla eventuale presenza di ramificazioni lungo la catena molecolare. Va comunque evidenziato che i polimeri stereoregolari (PP isotattico e sindiotattico) presentano un elevato grado di cristallizzazione, una temperatura di fusione relativamente alta e buone proprietà meccaniche. I polipropileni non stereoregolari invece non presentano attitudine a cristallizzare ed hanno proprietà elastomeriche che non ne rendono interessante l’impiego pratico. Altri prodotti, fra cui particolarmente il trimero e il tetramero sono utilizzati come intermedi nell’industria chimica. Per le applicazioni industriali viene comunque preso in considerazione solo il polimero isotattico in quanto gli altri, pur rivestendo un considerevole interesse scientifico, non sono oggetto al momento di sviluppi significativi sul piano commerciale. Dal punto di vista applicativo va detto che il polipropilene è una resina termoplastica, caratterizzata cioè dall’attitudine a variare il suo stato di aggregazione in dipendenza della temperatura. Il polipropilene assume infatti lo stato plastico per riscaldamento e ritorna rigido per raffreddamento, caratteristica questa che rende possibile la realizzazione di manufatti per iniezione, estrusione, estrusione-soffiatura e formatura sottovuoto. Non viene mai impiegato allo stato puro ma addittivato con particolari composti, detti “cariche”, finalizzati all’ottenimento di caratteristiche meccaniche coerenti con l’impiego dei vari manufatti. L’industria del giocattolo è stata una delle prime ad impiegare il PP in sostituzione di altri materiali, soprattutto grazie alla facilità di stampaggio di oggetti anche di considerevoli dimensioni come carrozzerie di automobili a pedali, slittini e altro. L’industria degli elettrodomestici ne fa un impiego massiccio per la realizzazione di componenti per lucidatrici, macinacaffè, frullatori, aspirapolvere, ventilatori etc. L’industria automobilistica se ne serve per produrre contenitori per filtri aria, calotte per spinterogeni, tubi corrugati, ventole di raffreddamento, carter di protezione L’industria chimica ne fa largo uso per la realizzazione di contenitori, vasche, tubazioni, valvole e saracinesche per liquidi anche aggressivi, (vedere tabella di compatibilità a pag. 6 e segg., si consiglia altresì la consultazione della norma italiana 6/83 UNI-ISO/TR 7471 relativa alla “Resistenza chimica nei confronti dei fluidi” – Tubi e raccordi di polipropilene PP). L’industria elettronica lo impiega per carrozzerie di radio e registratori, supporti o basi isolanti. C’è poi una grande quantità di oggetti con cui veniamo quotidianamente in contatto, come scaffali componibili, cerniere per mobili, sedie, contenitori vari, soprammobili e altro che possono dare l’idea della estrema versatilità del polipropilene
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Il polimero isotattico è caratterizzato da una struttura parzialmente cristallina che nei prodotti commerciali si aggira tra il 45% e il 60%. È un polimero inodore e incolore, debolmente trasparente sino all’opaco, che si presta ad essere colorato in una vasta gamma di tinte con elevata lucentezza superficiale. Sebbene presenti delle affinità con il polietilene alta densità se ne differenzia, in condizioni normali, per i seguenti aspetti: – minore densità – (0,9 ÷ 0,95 gr/cm3) – punto di rammollimento più elevato – migliore comportamento a temperatura elevata – maggiore rigidità e durezza – maggiore resistenza alla scalfitura superficiale e all’abrasione. Come il polietilene alta densità presenta ottime proprietà dielettriche indipendentemente dalla frequenza. Non è quindi possibile un riscaldamento ad alta frequenza. Le elevate caratteristiche di isolamento gli conferiscono tendenza alla carica elettrostatica; ove questo fenomeno non sia compatibile con l’impiego del manufatto si provvede ad una modificazione antistatica. Ove richiesto, vengono aggiunte al prodotto puro particolari “cariche” per ottenere delle caratteristiche coerenti con l’impiego; ad esempio, vengono addittivati degli alogeni (bromuri) per conferirgli una opportuna caratteristica di autoestinguenza. Un miglioramento delle caratteristiche a bassa temperatura viene ottenuto invece mediante copolimerizzazione con altre olefine (in genere etilene). Il polipropilene si comporta ottimamente nei confronti di una grande varietà di prodotti chimici. Presenta infatti una grande resistenza a detersivi e tensioattivi, anche a temperatura elevata, a soluzioni acquose di sali inorganici, acidi deboli inorganici, soluzioni alcaline, alcoli e alcuni olii. Non sono compatibili con il polipropilene i forti agenti ossidanti come l’acido clorosolfonico, I’oleum al 100%, I’acido nitrico fumante e gli idrocarburi alogenati. Fenomeni di alterazione sono riscontrabili con l’impiego di idrocarburi alifatici ed aromatici quali benzine e benzolo specie se a temperatura elevata. Assorbe infine pochissima acqua (meno dello 0,02%) e tale assorbimento è limitato agli strati superficiali. Per ultimo va segnalato che a causa della sua elevata resistenza agli agenti chimici il polipropilene non si presta a operazioni di incollaggio con sufficienti garanzie di resistenza dei manufatti. In pratica si riscontra la possibilità di effettuare incollaggi solo con adesivi per aderenza a base di policloroprene. Le caratteristiche sin qui espresse fanno del polipropilene un materiale estremamente adatto alla realizzazione di tubi e raccordi per impianti di scarico con i raccordi a innesto. Il PP non é attaccato dalla quasi totalità degli acidi e delle basi minerali, sia pure molto concentrati, a temperature anche superiori ai 60°C. Il comportamento del prodotto a contatto con i diversi agenti chimici organici dipende dall’entità con cui tali agenti sono assorbiti dal polimero; questa entità a sua volta é funzione del tipo di agente chimico e della temperatura alla quale esso viene in contatto con il polimero stesso. In generale, con l’aumentare della temperatura aumenta la quantità di agente assorbito dal PP e pertanto le variazioni nelle caratteristiche meccaniche del polimero si fanno più sensibili.
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I tubi ed i raccordi in polipropilene autoestinguente sono prodotti in: 1) polipropilene omopolimero La materia prima impiegata è fornita con il certificato d’analisi del produttore. Aspetto e colore I tubi ed i raccordi in polipropilene autoestinguente sono prodotti in colore grigio stabilizzato all’esposizione dei raggi UV (RAL 7037). Essi si presentano lisci, lucidi e privi di irregolarità tali che ne possano compromettere l’aspetto funzionale. Marcatura Secondo la normativa italiana UNI EN 1451-1, attualmente in vigore i tubi riportano: – il numero della norma (EN 1451) – l’indicazione dell’area di applicazione (B); – l’indicazione del materiale; – il diametro esterno e lo spessore; – il marchio di fabbrica; – l’indicazione del periodo di produzione; – l’indicazione della linea di produzione; – i marchi di prodotto. I raccordi riportano: – il numero della norma (EN 1451) – i diametri di accoppiamento; – l’indicazione dell’area di applicazione (B); – l’indicazione del materiale; – l’angolo caratteristico (per le curve e le derivazioni); – il marchio di fabbrica; – l’indicazione del periodo di produzione. Norme Le norme riguardanti la costruzione di tubi e raccordi in polipropilene sono le seguenti: per l’Italia: UNI EN 1451: Sistemi di tubazioni in materiale plastico per scarico di acque luride (alta e bassa temperature) all’interno della struttura degli edifici – Polipropilene (PP). per l’Austria: Önorm EN 1451 per la Francia: T 54-062 – T 54-061 – T 50-060 avis tecnique 15/99-250 per la Germania: DIN 4102 teil 1 – DIN 4102 teil 2 DIN V 19560 : 92 per l’Estonia: Omologazione N° 02/11 per la Russia: Omologazione N° 0178095 per l’Ungheria: Omologazione A-1043/1999 per la Polonia: Omologazione AT/99-02-0605 per la Rep. Ceca: Omologazione STO-AO 224 – 380/2001 per l’Ucraina: Omologazione UA 1.106.53306-02 Attualmente è in vigore negli Stati della CEE la norma EN 1451: Sistemi di tubazioni in materiale plastico per scarico di acque luride (alta e bassa temperature) all’interno della struttura degli edifici – Polipropilene (PP). Tale norma ha sostituito le normative nazionali dei paesi comunitari dal dicembre 2001. Dimensioni I diametri nominali ,gli spessori nominali e le relative tolleranze dei tubi in PP sono riportati nella tabella a fianco. Questi valori sono conformi a quelli definiti nella norma attualmente vigente UNI EN 1451 Tubi bicchieri innesto guarnizioni Le guarnizioni in elastomero a doppio labbro con anello di ritegno sono preinserite in fabbrica nell’apposita sede interna dei bicchieri di giunzione. La guarnizione a doppio labbro assicura una maggior tenuta quando il tubo è ovalizzato e disassato; con essa è possibile far accettare una leggera contropendenza. Le guarnizioni sono strutturate in materiali atti a garantire la migliore funzionalità di tenuta e sicurezza oltre che una durata pari a quella dei tubi e dei raccordi. Rispondono inoltre per dimensioni, requisiti ,metodologia e frequenza di controllo alla norma DIN 4060 “Anelli di tenuta in elastomeri per raccordi in tubazioni di scarico e simili”. La produzione delle guarnizioni a doppio labbro, a labbro semplice, OR, e per articoli speciali è in possesso del marchio di Perizia Edile di Berlino PA-I (D). I tubi in PP di lunghezza 150, 250, 500, 750, 1000, 1500, 2000, 3000 mm sono forniti con un solo bicchiere. tubazioni a doppio bicchiere (tranne per OD 90 e OD 160) a partire dalla lunghezza di 500 mm ciò per evitare eventuali sprechi di materiale ed i tubi non bicchierati della lunghezza di 5000 mm per diametro fino a D125.
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I tubi ed i raccordi in polipropilene possono essere utilizzati per lo scarico di acque reflue e piovane all’interno dei fabbricati adibiti ad uso civile ed industriale. La normativa (area di applicazione B) esistente precisa le applicazioni per tubi in polipropilene: a) Scarico di acque sporche ad alta e bassa temperatura (95°C continuata). b) Tubazioni per la ventilazione di impianti descritti nell’applicazione (a) c) Scarico di acque piovane all’interno della struttura dell’edificio. La normativa europea EN 1451 prevede inoltre: – la designazione B per tubi usati all’interno degli edifici o fuori dall’edificio ma fissati ad una sua parete. – La designazione BD per tubi usati sia all’interno degli edifici, sia interrati ma comunque all’interno della pianta dell’edificio. – La creazione di tre serie: S20 S16 S14, che differiscono tra loro (a parità di diametro nominale) per lo spessore di parete del tubo, limitando per la serie S20 l’applicazione in area B. Tale serie non può in ogni caso essere destinata ad applicazioni interrate di ogni genere. Tutti i componenti designati BD possono essere usati sia all’interno degli edifici sia interrati, ma all’interno della pianta dell’edificio; in quest’ultimo caso il diametro nominale del tubo deve essere uguale o maggiore di 75 mm.